Roma 2011 sembra la fotocopia dei poliziotteschi degl’anni 70. Se non imperasse la tecnologia degli ipad, ipod e smartphone di ultima generazione, non si faticherebbe a riconoscere dai titoli dei giornali gli stessi modus operandi della criminalità che ha terrorizzato Roma e l’Italia nel periodo della guerra fredda. Niente di strano, la criminalità non ha scadenza e le rapine sono all’ordine del giorno. Anche se i dati del Ministero assicurano che c’è una diminuzione dei reati. Gambizzazioni, sparatorie, grandi retate di organizzazioni criminali dedite agli stupefacenti, rapine ai portavalori….era da tempo che la capitale non viveva una serie di fatti così cruenti in così breve tempo. Di furti e omicidi ne sono sempre successi, purtroppo è nella natura dell’uomo e la crisi economica apre sempre nuove frontiere alla follia. Quello che mi domando è: ci sarà un ispettore Betti, interpretato da Maurizio Merli, che riuscirà a chiudere questo cerchio di violenza?
Assalto a un portavalori su via Cristoforo Colombo, in pieno giorno. I rapinatori hanno agito da professionisti: senza sparare un colpo hanno portato via circa 400 mila euro tra oro e argento contenuti in cinque cassette e le due pistole dei vigilantes della Securpol. Cinque i malviventi, armati di mitra Kalshinikov, fucili a canne mozze e pistole, travisati con bandane e cappelletti, tutti vestiti di nero. Due sono fuggiti su una moto, gli altri a bordo di una Fiat 500 di color panna risultata rubata. Il piano è scattato poco prima delle 17, all’altezza del civico 440, in una stradina parellela alla via di scorrimento, alle spalle del distributore di benzina Total. Il furgone ha parcheggiato davanti a un negozio di mobili. A quell’ora il giro dei due operatori prevedeva il ritiro di alcuni scatoloni di ticket restaurant della Edilred, al primo piano del palazzo di fronte. Quando la prima guardia è scesa dal mezzo è successo tutto all’improvviso. Davanti al portavalori è piombato un furgone Ducato bianco con la scritta sulla fiancata sinistra «Zazza marmi, artistica funeraria, via del Verano». Mentre un Fiorino dello stesso colore, coi vetri scuri del portellone, si è piazzato dietro al mezzo Securpol. «È capitato tutto in fretta – dice il vigilantes sceso dal furgone – Quello mi ha puntato la canna del mitra in faccia e in italiano mi ha detto: “Stai tranquillo, non ti muovere e non ti succederà niente”». Poi il rapinatore gli ha sfilato la pistola. A questo punto la dinamica diventa incerta. Il conducente del portavalori racconta: «Ero al volante, il motore era acceso. Ho sentito dei rumori, sono sceso e il malvivente mi ha puntato il fucile» sfilandogli pure l’arma dalla fondina. Pochi minuti dopo la versione cambia: «Non sono sceso dal furgone. Mi hanno minacciato costringendomi a consegnare la pistola». I malviventi hanno arraffato le cassette con l’oro e sono fuggiti a piedi. A pochi metri li aspettavano i complici: due in moto che controllavano la scena, un altro sulla 500 dove i due sono saliti dileguandosi.
Sul posto i poliziotti dei Commissariati Spinaceto e Colombo. Indaga la Squadra mobile. Le telecamere più vicino al luogo dell’assalto sono quelle della banca Unicredit ad angolo sul marciapiede che precede il civico 440. Gli investigatori sperano che dalle immagini registrate si possano cogliere elementi utili all’identificazione del commando.
Fabio Di Chio
( Il Tempo)
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