Come nasce il suo libro?
Dalai voleva un libro di memorie sui crimini degli anni ’70 e la Milano nera, quella degli anni di piombo, la Milano criminale che Vallanzasca ha rappresentato. L’argomento mi interessava, ho detto: «Ben volentieri» Ed ho iniziato a documentarmi. Ho trovato i miei articoli scritti al tempo, perché per tanto altro, ho fatto l’inviato a Mosca per il mio giornale. Ho iniziato a scrivere per traghettare la mia frustrazione al “prepensionamento forzato” e mi sono appassionato. Adesso sono andato in pensione, o meglio, il giornale mi ha messo in prepensionamento.
Non ci sarei mai voluto andare, ma l’età è stato il pretesto per liberarsi della vecchia guardia del giornale, ma queste sono le lotte generazionali di un mestiere molto brutto ma anche molto bello…dipende dalle persone. Non sempre le persone che comandano in questo mondo meritano di stare al comando. Ma non voglio far apparire questo come una sorta di risentimento: è un’analisi oggettiva. Ho iniziato a scrivere il libro per traghettare la mia frustrazione al “prepensionamento forzato” e mi sono appassionato. Ho letto libri che spiegano la criminalità, il rapporto tra il crimine e la società, il senso della colpa, la rappresentazione della pena. Libri, che mi hanno fatto entrare in una dimensione nuova. Dopo 2 mesi avevo scritto solo 20 pagine e non riuscivo ad andare avanti.
Vallanzasca non lo conoscevo ancora, ma mi sono detto «perché parlare di una persona come se fosse assente quando, forse, c’è la possibilità di interpellarlo?». Non ho però voluto fare la copia del libro di Bonini, nato per corrispondenza, né volevo fosse un libro da cronista giudiziario. Partendo dal presupposto che io odio i cretini, i lestofanti, i mafiosi e i criminali, Sono riuscito a contattare Vallanzasca e pian piano a convincerlo a fatica. A questa si aggiunge quella fatta per tirar fuori delle cose che andavano oltre quel libro.
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Marina Angelo
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Marina Angelo ricostruisce precisamente e con dovizia di particolari spinosi, a volte scomodi come le sue domande. Ogni suo articolo letteratura prestata al giornalismo lucido e secco della cronaca.
Complimentarsi con lei è più che doveroso
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